Kenneth Mitchell, interprete di tre personaggi in STAR TREK: DISCOVERY, svela di essere affetto da SLA

Kenneth Mtchell ha svelato, in un'intervista esclusiva su People, di essere affetto da SLA.
L'attore, noto agli appassionati di Star Trek per aver interpretato ben tre ruoli nella serie Star Trek: Discovery, ha scoperto la malattia nell'agosto 2018 e usa una sedia a rotelle dall'ottobre 2019.
La SLA, o sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia neurologica debilitante che riduce lentamente la capacità di una persona di controllare i propri muscoli, arrivando a compromettere anche le capacita di alimentazione e respirazione.

Kenneth Mitchell ha interpretato i Klingon Kol e Kol-Sha (quest'ultimo è il padre del precedente) e il sacerdote del Monastero di Boreth Tenavik, figlio di L'Rell e Voq.

Mitchell, a 45 anni, e dopo un anno e mezzo in cui non ha condiviso con nessuno la sua malattia, spiega ora a People come è cambiata la sua vita e il suo lavoro.

Dopo alcune diagnosi iniziali inesatte, un nervo schiacciato o lai sclerosi multipla (eventualmente acquisita per ereditarietà, visto che la madre ne è affetta), Mitchell ha avuto la conferma delle sue condizioni ad agosto del 2018.
"Quando ci hanno detto cosa fosse, era come essere in un film. Era come se stessi guardando quella scena in cui a qualcuno viene detto che hanno una malattia terminale. Eravamo totalmente increduli, uno shock."
"Mia moglie ed io abbiamo pianto, pianto davvero tanto. In un certo senso essere in due è stato qualcosa di bello, perché eravamo in trincea insieme e da quel momento in poi avremmo dovuto affrontare una cosa talmente grave da influenzare le nostre vite per sempre."
Mitchell vive la malattia nel calore della sua famiglia, con la moglie Susan e i loro due figli Lilah di 12 anni e Kallum di 7.
"Penso che, col passare del tempo, abbiamo trovato un modo per accettare la malattia. Abbiamo cercato di vedere la bellezza in tutto ciò, in un certo senso. Non dimenticherò mai le parole che mi ha detto uno dei miei colleghi di Star Trek che aveva passato momenti simili: 'Hai una scelta. Puoi vederlo in molti modi diversi, ma forse puoi provare a vederlo come un dono in cui puoi sperimentare la vita in un modo che la maggior parte delle persone non ha.'"
Ovviamente la cosa più importante è diventata passare del tempo con la famiglia.
"Da quel momento in poi la priorità è stata passare più tempo con la famiglia. Ci siamo concessi un paio di vacanze. Abbiamo avvisato le scuole dei bambini. Abbiamo parlato con il preside, i consiglieri, i loro insegnanti. Tutti comprendevano la situazione e ci hanno concesso di tenerli a casa più giorni rispetto a quanto concesso agli altri bambini, in modo da poter passare un po' di tempo insieme in famiglia mentre ero ancora in salute."
Mitchell, che recita nella serie Nancy Drew, ha inizialmente cercato di lavorare al meglio delle sue capacità, ma le difficoltà erano dietro l'angolo.
"Quando ho iniziato Nancy Drew  interpretavo un personaggio 'normale'. Erano consapevoli dei miei limiti e della mia malattia, ma volevano lavorare con me. Interpreto un personaggio che non ha disabilità, quindi mi aiutano a farlo sembrare tale. Usiamo delle controfigure per le acrobazie e per le scazzottate, i primi piani sono i miei, il corpo della controfigura. Poi ci sono io seduto, appoggiato da qualche parte. La produzione fa in modo che tutto funzioni. E non mi fanno mai sentire come se fossi un problema per qualcuno o qualcosa. Mi fanno sempre sentire come se fossi ancora una risorsa. È davvero rinfrancante."
Poi ci sono dei ruoli che sono stati creati appositamente per lui.
"Dan Shotz e Jon Steinberg hanno creato questo show, The Old Man , con Jeff Bridges e John Lithgow, e hanno creato una parte per me. Un agente dell'FBI ed io siamo su una sedia a rotelle. Ed è liberatorio non dover nascondere ciò che mi sta accadendo. Da quel momento in poi ho capito che ero pronto ad affrontare la cosa."
Ora, usando una sedia a rotelle da ottobre 2019, Mitchell afferma di essere più che pronto e disposto a dire la sua verità.
"Ora mi sento più a mio agio con quello che mi sta succedendo. Penso che ci sia qualcosa che posso offrire e voglio farne parte. Molte persone mi hanno aiutato lungo la strada, e ora voglio essere io d'aiuto ad altri. E' il momento. Non devo più nascondere la malattia. All'inizio ho provato a nascondermi in casa, ma ora mi sento di dar voce a chi ha questa malattia."