AUTORE: Peter David
COLLEZIONE: duologia di Imzadi Forever (entrambi di Peter David)
DATA DI PUBBLICAZIONE: 1 ottobre 1998 (lingua inglese) - 1999 (lingua italiana)
CASA EDITRICE: Pocket Books (originale americano) - Fanucci Editore (edizione italiana)
GENERE: Fantascienza
TRAMA: Secondo e conclusivo romanzo della duologia di Imzadi Forever, scritta da Peter David, vede come protagonisti principali il Comandante William Riker, il Consigliere Deanna Troi e il Tenente Comandante Worf.
Il Tenente Comandante Jadzia Dax, moglie di Worf e ufficiale scientifico di Deep Space Nine, è morta da poche ore a causa di un'azione sconsiderata di Gul Dukat, lasciando vedovo il fiero Klingon, il quale si ritrova a rimuginare sugli avvenimenti accaduti qualche anno prima, nel 2371, in seguito alla distruzione dell'Enterprise-D su Veridiano III nella lotta contro il tempo per fermare Soran, scienziato El-Auriano particolarmente fissato con il Nexus (Star Trek: Generazioni).
All'epoca il Klingon e il Consigliere Troi erano legati sentimentalmente, tant'è che il primo aveva chiesto la mano della donna, la quale, sotto lo sguardo sconsolato del Comandante Riker, aveva accettato la proposta. Partiti alla volta di Betazed per incontrare la terribile Lwaxana Troi, madre del Consigliere nonché Ambasciatrice per la Federazione, nel corso del loro soggiorno sul pianeta gli avvenimenti arrivano a degenerare al punto tale che sia Alexander che Deanna verranno rapiti (e, in tutto ciò, William Riker si rende conto di quanto risulterebbe per lui difficile vivere lontano dalla donna che ama).
Ritornando al 2373, il Comandante Worf si renderà conto di come, in realtà, l'unica persona che avrebbe mai potuto considerare Imzadi era nientemeno che la moglie appena morta, arrivando ad accettare la sua dipartita e il lutto conseguente, ripromettendosi di onorarla al meglio (e, se ci pensiamo bene, come solo un Klingon è in grado di fare).
RECENSIONE: Ho letto questo romanzo in lingua originale, a differenza del precedente, e ho trovato la scrittura di David piuttosto scorrevole e meglio espressiva di quanto potessi immaginare dalla traduzione italiana letta per il primo Imzadi. Anche qui, ci sono le stesse "problematiche" riscontrate nel precedente volume: siamo di fronte a un romanzo rosa e alla fine, come avrete immaginato, non è propriamente il mio genere di lettura quotidiano.
E, mi viene da dire, ci mostra tutta la "stupidità" (se così vogliamo chiamarla, al momento non trovo un termine migliore) del Comandante Riker: fai di tutto per evitare che la donna che tu ami (e con la quale, non dimentichiamocelo, hai una connessione mentale piuttosto profonda) non si sposi con un uomo (o Klingon, in questo caso) che non si può dire che ami davvero, e quando riesci nel tuo intento metti le mani avanti? E lasci cadere la cosa? Persino Deanna Troi mi pareva leggermente perplessa, vi dirò, e a ben donde: io, uno così, lo avrei preso a mazzate, non so voi (e no, il triangolo non lo avevo considerato, no).
Comunque, a parte queste mie personalissime riflessioni sul comportamento del Comandante Riker: il libro è ben scritto e, dimenticandosi della forte componente rosa, anche piuttosto interessante e avvincente, un'ottima lettura visto che l'autore sa esattamente quello che fa. A chi fosse interessato, quindi, lo consiglio caldamente.