Secondo le star della serie, STAR TREK: DEEP SPACE NINE ha sempre sostenuto il BLACK LIVES MATTER | TalkingTrek

Durante la recente Galaxy ConNana Visitor (Kira Nerys), Armin Shimerman (Quark) e Andy Robinson (Garak) hanno partecipato a un panel virtuale riguardante Deep Space Nine, la prima serie di Star Trek a vedere un attore di colore nei panni dell'ufficiale comandante. Durante la conversazione tenutasi al panel, gli attori hanno parlato dell'eredità lasciata dalla serie, osservando come sia soprattutto rilevante oggi e come questo sia, in parte, dovuto proprio alla leadership dell'attore Avery Brooks (Benjamin Sisko).
Nana Visitor:
Credo che il principale lascito di Deep Space Nine sia il seguente: più le cose cambiano, più rimangono immutate. Ritengo ci siano state domande che questa serie TV ha sollevato e sostenuto affinché le persone potessero confrontarvisi, sono le stesse di adesso. Credo che Deep Space Nine sia senza tempo [quindi adatta a tutte le circostanze].
Andy Robinson:
Per quanto riguarda il lascito della serie, sia a livello tematico sia che cosa trasmette, non saprei. Ora siamo bloccati in un mondo, quello in cui viviamo, dove siamo assaliti da tutte le parti a livello politico, medico, finanziario, anche personale. I tempi sono piuttosto duri, magari è carino rivolgersi a una serie ambientata nel 24° secolo che ha dei grandi attori al suo interno.
Armin Shimerman:
L'eredità della serie, ritengo che Nana abbia ragione sul fatto che più le cose cambino, più rimangano immutate. Riguardo a quando dice Andy, stiamo vivendo in un momento piuttosto particolare, caratterizzato da una grande incomprensione su quanto la comunità Afroamericana abbia sofferto per tutti questi anni. Durante la serie ne eravamo sempre consapevoli: avevamo un grandissimo attore [Avery Brooks] che si preoccupava molto del movimento Black Lives Matter, il nostro Capitano. A mio parere, uno dei lasciti della nostra serie è proprio la sua recitazione e cosa venne scritto per lui, a dimostrare quanto fosse [e sia] difficile essere neri in una società formata prevalentemente da bianchi e gialli.
Armin Shimerman è anche convinto che se la serie fosse stata girata oggi, la prima tematica che avrebbe affrontato sarebbe stata il razzismo:

Armin:
Parleremmo di razzismo. Ne abbiamo parlato in passato, ne avremo parlato di più anche in futuro... Il nostro obiettivo non era andare là dove nessuno era mai giunto prima, ma quello di vivere coraggiosamente l'uno con l'altro. Con persone che non necessariamente si vedevano come gli altri, ma detto ciò dovevamo convivere. Eravamo praticamente in quarantena sulla stazione, dovevamo abituarci e imparare come vivere e venirne fuori assieme. E se non ci piaceva qualcuno, dovevamo imparare come interagire con lui o lei. Sarebbe quello di cui parleremmo anche oggi, in effetti: come vivere con persone con le quali non siamo abituati a vivere, perché dobbiamo farlo. Dobbiamo imparare a vivere con persone con cui non siamo abituati a interagire.
Uno Star Trek serio, con un set serio.

Quando è stato chiesto se si facevano scherzi e gag sul set - qualcosa per cui il cast di The Next Generation era piuttosto conosciuto - Nana Visitor ha precisato che Deep Space Nine era una declinazione di Star Trek completamente differente:

Nana:
Non eravamo così divertenti - e io ci ho provato. Il set era davvero gestito, sotto diversi punti di vista, da chi era il "numero uno" su cui tutto, bene o male, girava e questi era Avery Brooks. Era più una situazione da college, con tutti che erano piuttosto formali: "Signor Shimerman, buongiorno". È andata così, eravamo tutti molto seri. E inoltre era anche piuttosto buio: non andavamo a visitare pianeti, a incontrare razze, specie diverse. Tutti stavamo affrontando questa angoscia e credo che questo abbia contribuito.
O semplicemente non siamo divertenti. Non siamo divertenti, non siamo Jonathan Frakes! [ride] Oh mio Dio, quei ragazzi erano davvero divertenti. Potevano tranquillamente venire sul nostro set ed essere divertenti, noi al contrario eravamo tutti molto seri.
Ma mentre le persone che lavoravano a DSN la prendevano tremendamente sul serio, Andy Robinson si è lamentato del fatto che quando venne proposta alla produzione, Deep Space Nine venne relegata ad essere semplicemente un'altra stupida serie TV di fantascienza:

Andy:
Ovviamente nel settore il pregiudizio era: «Non diamo premi a persone che lavorano in produzioni di fantascienza, perché è fantascienza, è una fantasia per bambini. Indossate queste maschere buffe e divertenti ed emettete questi suoni altrettanto buffi e divertenti, e quant'altro». La grande ironia è proprio questa, soprattutto in quell'epoca. Quali altri programmi trattavano i temi che trattavamo noi? Sono certo ce ne fossero davvero, ma davvero pochi. E lo so, perché in quei rarissimi programmi che trattavano di questi temi c'ero anche io, generalmente a interpretare l'idiota della settimana in qualcosa. Tenevo in mano una pistola e dicevo: «Mani in alto, Jack!» oppure: «Ho tua figlia, voglio un milione di dollari». Cavolate di questo tipo. E poi collabori a una serie come Deep Space Nine e vedi un episodio quale Il mistero di Garak, riguardante le dipendenze. Tutt'altra cosa.
Fonte: TrekMovie