Quattro ipotesi su cosa possa essere "IL GRANDE FUOCO", l'evento dirompente al centro della terza stagione di STAR TREK: DISCOVERY

Il Grande Fuoco - 4 ipotesi

Grazie al trailer italiano della terza stagione di Star Trek: Discovery, pubblicato da Netflix, abbiamo scoperto che il grande cataclisma che metterà in ginocchio la Federazione Unita dei Pianeti approssimativamente nel 32°secolo verrà chiamato in italiano, "Il Grande Fuoco", adattamento dell'originale "The Burn".

Le riviste internazionali, cercando di mettere assieme gli indizi svelati da attori e produttori della serie, hanno azzardato due ipotesi su cosa possa essere "Il Grande Fuoco".

La prima ipotesi farebbe riferimento a un fenomeno naturale, ovvero a un rilascio significativo di plasma dalla corona solare di una stella, con conseguente alterazione del campo magnetico e del subsapazio di un'ampia porzione della galassia (trovate la descrizione dettagliata in un nostro precedente articolo, CLICCANDO QUI).

La seconda ipotesi invece crea un parallelismo tra Star Trek: Discovery e Star Trek: Voyager, ipotizzando la disabilitazione dei motori a curvatura delle navi stellari a causa di una intenzionale e massiccia diffusione della letale Particella Omega (trovate la descrizione dettagliata CLICCANDO QUI).

In redazione abbiamo pensato di fornire quattro altre possibili interpretazione del "Grande Fuoco", tutte originali e basate sulle idee e aspettative che abbiamo sulla terza stagione di Discovery.

Ecco cosa potrebbe essere "Il Grande Fuoco" secondo la redazione di Talking Trek.

I BORG COLPISCONO ANCORA

La particella Omega potrebbe non essere l’unica ipotesi a legare Star Trek: Voyager alla prossima stagione di Star Trek: Discovery e al cataclisma che ha ridotto la Federazione Unita dei Pianeti all’ombra di sé stessa. Nella doppia puntata intitolata Il patto dello Scorpione (cliffhanger tra terza e quarta stagione), dove vediamo il Capitano Janeway stringere una pericolosa alleanza con la Collettività Borg, veniamo a conoscenza di un’arma di distruzione di massa progettata per eliminare una volta per tutte la minaccia della Specie 8472: la mina neutronica multicinetica.

Star Trek: Voyager

A parte qualche informazione di contorno fornita dall’allora drone Sette di Nove (come il fatto che potrebbe distruggere un intero sistema solare, che ha una potenza di 5 milioni di isotoni, potrebbe coprire un raggio di 5 anni luce ed essere dotata di 50 trilioni di nanosonde per poter essere impiegata), su questa particolare arma non abbiamo altre notizie.

E se fosse stata questa la causa del Grande Fuoco che ha portato praticamente al collasso la Federazione e la Flotta? Non conoscendo completamente le conseguenze che l’impiego di quest’arma avrebbe potuto portare, distruzione di un intero sistema solare a parte, si potrebbe tranquillamente pensare che i Borg stessi (o una razza aliena sufficientemente avanzata tecnologicamente) possano aver impiegato quest’arma e aver causato la concatenazione di eventi che hanno portato all’assenza di comunicazioni e all’impossibilità di sfruttare nuovamente il viaggio a curvatura.

IL GIUDIZIO DI Q

Dopo aver valutato il genere umano osservando per sette anni l'operato di Jean-Luc Picard (in Star Trek: The Next Generation) e aver divagato dando una sbirciata all'approccio di Benjamin Sisko (Deep Space Nine), di Kathryn Janeway (Voyager) e dell'equipaggio della U.S.S. Cerritos (Lower Decks), l'onnipotente Q potrebe aver deciso che l'esplorazione dello spazio da parte della più intraprendente e arrogante specie dell'universo andava fermata e, con uno schiocco di dita, potrebbe aver "bruciato" ogni forma di propulsione stellare più veloce della luce. Centinaia di migliaia di navi stellari si sarebbero improvvisamente trovate coi motori in fiamme, incapaci di riprendere la navigazione. I potentati stellari avrebbero improvvisamente perso il controllo delle colonie più remote, impossibilitati a raggiungerle con i loro vascelli.

Star Trek: The Next Generation

La grande prova a cui Q sottoporrà ancora una volta l'umanità sarà quella di ritrovare la forza e la speranza, di riorganizzarsi e di dimostrare che nulla è in grado di fermare lo spirito di fratellanza e unione che ha sempre contraddistinto la Federazione Unita dei Pianeti. Chi, meglio di Michael Burnham, può affrontare questa sfida?

SUBSPAZIO, ANCORA SUBSPAZIO

Nelle ipotesi precedenti abbiamo visto due possibili cause che hanno portato al “Grande Fuoco”, una che affonda le proprie radici nella mania Borg di raggiungere la perfezione a ogni costo, l'altra nelle costanti sfide che Q ha proposto all’umanità a partire da Picard. Una terza possibilità potrebbe avere le sue radici nella nona puntata della settima stagione di The Next Generation, intitolata Inquinamento spaziale. In questa puntata scopriamo che la velocità di curvatura sta irrimediabilmente danneggiando la zona di spazio in cui attualmente l’Enterprise si trova, ovvero il sistema di Hekaras, con conseguenze a dir poco disastrose per il futuro.

Enterprise-D

E se il Grande Fuoco fosse la conseguenza di viaggi a curvatura a velocità troppo elevate, al punto che qualcosa nel subspazio si è spezzato? Viene da farci un pensierino.

LE FIAMME DI BAJOR

Nell'ultimo episodio di Star Trek: Deep Space Nine, il Capitano Sisko, in qualità di Emissario dei Profeti di Bajor, confina i Pah-wraith (i "Profeti cattivi") nelle Caverne di Fuoco, sconfiggendo una volta per tutte Gul Dukat. Ma la loro prigione, così come il Tempio Celeste dei Profeti (il tunnel bajoriano), è estremamente vulnerabile ad elevate quantità di radiazioni cronitoniche, componente residuale dei viaggi nel tempo.

Il grande balzo temporale di Michael Burnham e della Discovery potrebbe aver emanato una quantità fuori misura di queste radiazioni, talmente forti da indebolire i sigilli della prigione dei Pah-wraith su Bajor. Le pareti ardenti delle Caverne di Fuoco potrebbero essere crollate e gli esseri in esse imprigionati potrebbero essersi riversati nella galassia in una vampata di fiamme, desiderosi di trovare vendetta. La loro essenza, feroce e svincolata dal fluire del tempo, può aver alterato il sottile equilibrio che permette ai motori a curvatura di piegare lo spazio, esponendo le navi stellari a indicibili rischi.

Star Trek: Deep Space Nine

Un ipotesi di questo genere permetterebbe inoltre di riportare in scena Marc Alaimo nei panni di Dukat (l'Emissario dei Pah-wraith con essi imprigionato), e Avery Brooks, nei panni dell'Emissario, ora Profeta, Benjamin Sisko.

La terza stagione di Star Trek: Discovery sarà disponibile a partire dal 16 ottobre su Netflix, un episodio a settimana.