Star Trek, nella profondità del proprio essere, è "semplicemente" guardare a un futuro dove si sia finalmente superato qualsiasi scontro culturale per diventare una società nettamente migliore, dove si possa collaborare tutti assieme per creare un futuro migliore.
Il creatore del franchise, il compianto Gene Roddenberry, ha parlato sempre a lungo sul perché l'equipaggio dell'Enterprise comprendesse individui provenienti da background, razze ed etnie differenti e di come questa caratteristica rappresentasse un futuro ben oltre i nostri tempi, dal quale sarebbe originata la pletora di serie TV a oggi presenti. Star Trek è semplicemente e innocentemente un qualcosa che vede l'umanità senza confini, migliore rispetto a quanto non sia oggigiorno.
È per questo motivo che, in una serie che vede l'incontro di culture diverse come tema costante e complicazione della trama, i più grandi scontri culturali si verificano spesso tra i nostri eroi e gli esseri umani del passato. Nell'episodio della prima stagione di The Next Generation, La zona neutrale, quando l'Enterprise salva tre individui congelati criogenicamente dalla fine del XX secolo questi sono come turisti maleducati, sopraffatti dal miracolo del futuro e incerti su cosa fare di se stessi in un mondo dove risultano completamente fuori posto. Negli episodi di DS9 Tempi Passati Sisko, Bashir e Dax si ritrovano trascinati in un 2024 maturo per una rivoluzione violenta, mentre la società si dibatte sotto il peso di ogni suo malato.
Il passato (cioè il nostro presente), è terribile e pieno di problemi, ma ogni essere umano in Star Trek se ne va in giro libero da questo peso. Noi lo supereremo, Star Trek ci rassicura. C'è speranza. Possiamo essere migliori.
È questo il futuro che è in gioco in Star Trek: Primo Contatto, il secondo film con il cast di TNG e con il debutto di Jonathan Frakes alla regia: mentre i Borg fanno una mossa disperata per viaggiare indietro nel tempo fino alla Terra prima della sua crescita fino alla nascita della Federazione, li vediamo non solo nel tentativo di assimilare nuovamente Picard, ma anche di cancellare completamente il mondo che lo ha creato. In quasi nessun'altra storia di Star Trek c'è la paura di perdere quel futuro così immediato.
Guardarlo ora, mentre il mondo geme sotto il peso di tanta sofferenza, è vedere il film sotto una luce completamente diversa. Ci si sente come se anche noi stessi stessimo lottando contro la promessa di un futuro che ci viene calunniosamente strappato via.
Lily: Quanto è costato tutto questo?
Picard: L'economia del futuro è un po' diversa.
Venendo dopo Star Trek: Generazioni, anche Star Trek: Primo Contatto era un po' più libero dal suo passato, ma in un certo senso lottava per il suo futuro. Era il primo dei lungometraggi senza il cast della Serie Classica, e quindi doveva rispondere alla domanda se il cast di The Next Generation potesse o meno mantenere il franchise sul grande schermo due anni dopo la fine della sua presenza in televisione, sembrava che il film avesse qualcosa da dimostrare.
In una recente intervista, Frakes ha definito i Borg "la nostra migliore, più complicata e interessante nemesi". Dove la Federazione celebra l'individualità, i Borg la spogliano. Dove Picard e l'equipaggio dell'Enterprise cercano di ragionare con altri popoli e di usare la diplomazia, i Borg chiedono la sottomissione e assorbono altre culture. La loro mente alveare è impenetrabile alla ragione come i loro scudi lo sono ai phaser.
È fondamentale che il film faccia capire il perché i Borg siano così spaventosi. La prima inquadratura, che esce ci mostra Picard mentre si trova all'interno di un vasto cubo Borg, dice tutto sull'antagonista del capitano con la Collettività. Anni dopo la sua assimilazione vive nella paura mortale di un nemico che lo spoglierà del suo senso di sé e lo trasformerà in un ingranaggio di una macchina violenta e insensibile.
In Primo Contatto non sono solo l'Enterprise e il suo equipaggio ad essere in bilico, ma tutto il mondo, il nostro presente e il loro futuro: mettendo in gioco tutto, Primo Contatto diventa uno dei banchi di prova più efficaci su ciò che significa la visione di Star Trek per il futuro dell'umanità.
Mentre il film alterna la missione sul pianeta per far sì che un Cochrane riluttante si trasformi nel personaggio storico che tutti conoscono e, sull'Enterprise, la disperata lotta di Lily per impedire ai Borg di conquistare l'astronave, si ha ugualmente tempo di riflettere sulla speranza per il futuro e sulla paura di perderla.
Riker: È uno dei momenti cruciali della storia umana, Dottore! Si ha il primo contatto con una razza aliena! E dopo averlo fatto, tutto comincia a cambiare.
Troi: Povertà, malattie, guerra: se ne andranno tutti nei prossimi 50 anni.
Credere che la lotta contro i Borg dipenda semplicemente dal fatto di farli saltare in aria significa fraintenderli, naturalmente. Quindi è grazie al merito degli sceneggiatori che la storia spinge Picard a fare sempre di più il duro e l'ossessivo per continuare la lotta, anche se è chiaro che ha perso il proprio vascello. Quando spara a due droni sul ponte ologrammi e spoglia i cadaveri di ciò di cui ha bisogno, diventa chiaro che non è solo l'Enterprise che sta perdendo, ma la "sensibilità più evoluta" del futuro che ha così orgogliosamente trasmesso a Lily. Il Picard che vediamo abbaiare ordini a un equipaggio terrorizzato, aggrappato a uno scontro violento e che ferisce i sentimenti di Worf non è l'uomo che conosciamo.
Solo dopo che Lily gli farà capire che si sta perdendo nella meschinità e nella vendetta, egli costringe i Borg a giocare al suo gioco e non al loro, mettendo in campo il legame indissolubile che ha con il proprio equipaggio, fiducia dimostrata ancora una volta quando Data mostra il proprio doppiogioco alla Regina Borg, distruggendola e dando la vittoria ai Federali, permettendo quindi di salvare il futuro con tutti i suoi migliori principi:
Lily: Ti invidio. Il mondo in cui andrai.
Picard: Ti invidio. Fare questi primi passi verso una nuova frontiera.
In tutto ciò, però, è la storia di Cochrane a essere quella più sensata in assoluto, in quanto questi ha il benché minimo sentore di stare per inaugurare una nuova era di pace fino a quel momento solo sognata, ed è comprensibilmente terrorizzato. Quando arriverà il momento, però, si renderà conto di essere all'altezza del compito anche se non sa esattamente cosa sta facendo.
Il mondo è piuttosto invivibile in questo momento, e la promessa di un futuro come quello mostrato in Star Trek non si è mai sentita più lontana di quanto non lo si sia sentita adesso; guardando nuovamente Primo Contatto, però, va ricordato che anche le nostre più rosee immagini del futuro ci hanno sempre detto che era destinato a peggiorare prima di migliorare. Sebbene sia l'ottavo film della serie, potrebbe essere uno degli argomenti migliori per spiegare perché Star Trek sia così importante, e che a quel futuro possiamo arrivarci insieme, a testa alta.
Fonte: startrek.com