La fisica Erin Macdonald parla di come rendere plausibile la scienza in sei serie di Star Trek

Dopo aver tenuto delle conferenze scientifiche presso le varie convention di Star Trek e di fantascienza, la dottoressa Erin Macdonald sta vivendo il suo sogno: essere consulente scientifico per Star Trek: Discovery. Questa superfan lavora a tempo pieno per diverse serie firmate Star Trek, e in diverse interviste ha raccontato come stia mantenendo la realtà scientifica il più reale possibile.

Serie diverse hanno bisogno di una scienza diversa

La dottoressa Macdonald è stata ospite di uno degli ultimi episodi di Star Trek: The Pod Directive (il podcast ufficiale di Star Trek), dove ha parlato di come è iniziato il suo lavoro per Star Trek: Discovery e di come le abbia fatto da apripista per le altre serie del franchise

"Alcuni produttori dicevano: "Nah, siamo a posto. Non ne abbiamo bisogno". Io ribattevo: "Beh, io sono qui...internet può essere particolarmente cattivo, posso aiutarvi". Poi hanno cambiato idea, dicendomi: "Ok, ti manderemo dei copioni". Copioni a cui rispondevo con degli appunti. Costruire quel rapporto in cui sono passata ad avere una mia voce è stato più o meno un passare da sentirmi dire "Correggi questa parola, correggi quell'altra parola" a "Beh, forse lei può aiutarci a risolvere questo problema". Così, pian piano, gli sceneggiatori hanno inziato a volermi con loro per sempre più tempo durante le fasi di scrittura. Ho iniziato ad accompagnarli dallo sviluppo del concetto al ricevere tre email al giorno dove mi dicono: "Come sarebbe questo? Ho bisogno di una parola per definire quest'altro"."

La fisica ha parlato di come ogni serie abbia un approccio diverso. Riguardo Star Trek: Lower Decks - che l'ha vista coinvolta nella seconda stagione - la Macdonald sostiene che dedichi un po' più di spazio per la scienza, rispetto alle altre serie:

"Mike McMahan ed io siamo andati subito d'accordo. Mi ha detto: "Sì, vorrei il tuo aiuto". Lui e il suo staff sono arrivati al punto di mettere una parola a randomica nei copioni, che sta a significare "Erin, vai a sistemare questo". Il tipo di storie che vogliono raccontare sono decisamente singolari. Mike ed il suo team vogliono raccontare storie divertenti e ci riescono davvero. Ma non sono salvi dagli errori. Ma a loro non interessa poi molto scendere troppo nello specifico. Gli bastano le basi, perché la serie vuole essere un prodotto divertente. Punto. Essere precisi scientificamente non è ciò che stanno cercando di fare."

Poi contrappone questo approccio a Star Trek: Discovery e Star Trek: Prodigy:

"Per uno serie come Star Trek: Discovery che vuole appoggiarsi al classico "Siamo scienziati, siamo risolutori di problemi. Quando ce li troveremo di fronte ne usciremo con la scienza", avere l'appoggio di un vero scienziato è molto importante. Una parte di ciò in cui li aiuto è arrivare a vedere davvero le cose dalla prospettiva della scienza. Durante la scrittura della serie devono chiedersi: "Ok, bene. In quanto scienziato, ti trovi di fronte a questi dati. Che domande faresti? A cosa saresti interessato? Cosa ti farebbe capire che le cose sono strane?" E così siamo in grado di rendere ogni problema risolvibile.

Con Star Trek: Prodigy - che sta per uscire - hanno intenzione di conquistare un pubblico molto giovane. Non stanno necessariamente cercando di inserirci una scienza complessa e intensa. Ma potrebbero benissimo esserci degli scienziati in erba che guardano la serie. E così si cerca di trovare il giusto equilibrio. Ogni serie ha un tono leggermente diverso, a seconda di quello che i produttori vogliono ottenere e sta a me aiutarli a capire dove si trova la linea di confine in quel grande spettro tra scienza e finzione."

Trovare il modo di dire sì anche quando la scienza dice no

Erin ha anche parlato di ciò che vede come chiave del successo nel lavorare alle nuove serie:

"La cosa che ho imparato - e penso che sia ciò che mi abbia fatto avere successo, permettendomi di costruire così tanti rapporti con così tanti talentuosi scrittori - è anche il mio approccio a Star Trek come fan. E quindi anche la mia capacità di trovare i giusti compromessi per quello che stanno inventando. Penso che molti consulenti scientifici quando ricevono queste opportunità per la prima volta hanno la tendenza a dire subito: "Non funzionerebbe mai, così. No. Non farlo. No, non puoi farlo.". Quello a me piace invece è poter dire: "Ok, bella idea. Facciamola funzionare". Penso che, costruendo queste relazioni, siamo stati in grado di arrivare al punto in cui la collaborazione trova la sua massima forza e diventa fondamentale. Del tipo: "Abbiamo un'idea figa, sottoponiamola a Erin"."

Ha poi chiarito che in alcuni casi, la sua unica raccomandazione è di non cercare di usare la scienza per spiegare tutto:

"È un modo di lavorare davvero divertente e collaborativo. Ma non fraintendetemi, ci sono alcune volte in cui - specialmente quando le storie vengono spezzate e rielaborate - ricevo delle note in cui mi dicono "Vogliamo davvero fare questo". E io mi ritrovo a rispondere: "Oh, la scienza dice di no ad ogni livello qui. Va bene, non spieghiamolo e basta. Non fare nessuna scansione e cercate di non inguaiarvi". Lo faremo e basta. Andrà tutto bene."

Vivere il sogno Trekkie

Un veloce sguardo a Erin fa capire subito che è una grande fan di Star Trek. Come ha spiegato nella sua intervista ai microfoni di TrekMovie del 2020, è stata ispirata a diventare una scienziata attraverso la fantascienza e in particolare da Star Trek: Voyager e dal Capitano Janeway. Nel nuovo podcast, parla di come ancora non riesca a credere che questo sia diventato il suo lavoro:

"Hanno avuto altri consulenti scientifici prima di me. Come fan mi trovo spesso a pensare: "Oh, devo scrivere questo!" Può essere un po' travolgente. Penso che la differenza sia che i consulenti scientifici in passato lavoravano su una sola serie per volta, soprattutto in periodi in cui The Next Generation e Deep Space 9 si sovrapponevano. Era un lavoro molto specifico. Io invece sto lavorando a sei serie. Ho sempre degli script da leggere. Ho sempre riunioni a cui andare. Così entro nella modalità "Oh mio Dio, voglio solo un giorno libero". E il mio compagno mi dice sempre: "Da cosa? Dal leggere i copioni di Star Trek? Dimmi di nuovo in che modo la tua vita è difficile.". Ed è bello avere questa prospettiva."

Erin ha ribadito varie volte di star lavorando a sei serie Trek, ma se si fanno i conti ci si accorge che al momento le serie in produzione sono solo cinque: Discovery, Picard, Lower Decks, Prodigy, e Strange New Worlds. Quindi - a meno che non stia parlando degli Short Treks - sembra che Erin stia lavorando ad un altra serie di Star Trek in sviluppo. Potrebbe starsi riferendo alla serie ufficialmente annunciata sulla Sezione 31, per la quale sono già stati scritti degli copioni. Oppure potrebbe parlare di uno delle serie di Star Trek che CBS Studios ed i Secret Hideout stanno preparando per il futuro.
Fonte: TrekMovie

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